Prossedi [Monumenti]

Prossedi [Monumenti]

MONUMENTO AI CADUTI

Artistico Monumento ai caduti che si trova su un lato di Piazza Umberto I inaugurato il 4 novembre 1922.
Il monumento è opera dell’artista astigiano Corrado Betta, allievo dell’Accademia Albertina di Torino.
Il monumento è composto da un’imponente stele decorata a rilievo sormontata da un’aquila bronzea ad ali spiegate, con gli artigli poggiati su una base semicircolare su cui è inciso il motto “frangar non flectar” (mi spezzerò ma non mi piegherò). Alla sommità della stele in travertino sono presenti quattro medaglioni con all’interno le parole Amore, Fede, Patria, Lavoro.
Dopo la seconda guerra mondiale vennero aggiunte due lapidi commemorative alla base della stele e il 6 dicembre 2003 una terza lapide a ricordo dei Carabinieri caduti durante l’attentato di Nassiriya.

PORTA MAGGIORE

Uno degli elementi caratteristici del borgo è la porta di accesso al centro storico sulla cui sommità si trova il grande orologio pubblico. La porta si affaccia su Piazza Umberto I, verso il lato Sud-Est del paese.
L’arco di accesso in pietra bugnata è sovrastato da una cornice sulla quale si legge il motto SPQP (Senatus populusQue Proxedanus) e poco più in alto è inserito l’orologio pubblico.
L’attuale struttura venne innalzata nel 1765 su progetto dell’architetto Domenico Schiera. L’antico orologio seicentesco venne sostituito da quello attuale, risalente al 1899, che fu realizzato dalla ditta Federico Uccelli di Milano.
Oggi l’orologio è funzionante grazie ad un sistema computerizzato ma nei secoli scorsi, quando era l’orologio pubblico a regolare la vita cittadina, esisteva la figura del regolatore dell’orologio, incaricato del suo corretto funzionamento.
Nella parte retrostante l’orologio, verso piazza del Plebiscito, è presente il quadrante di un vecchio orologio meccanico.

EPIGRAFE DI PAPA CLEMENTE XIV

In via del Muro torto sulla facciata di una abitazione si trova una grande epigrafe in lingua latina.
La lapide è stata fatta redigere dal papa Clemente XIV nel 1772, il quale, onde evitare equivoci e soprusi che il solo contratto scritto poteva generare, fece incidere le sue disposizioni su una lastra di marmo e fece in modo che venisse attaccata alla parete di una casa in modo da essere ben visibile a tutti i cittadini.
L’epigrafe recita che il Papa concede al principe Angelo Gabrielli la possibilità di utilizzare in proprio un forno per la cottura del pane, un frantoio per la molitura delle olive, un mulino per macinare il frumento e una macelleria per uso pubblico. Tali concessioni vengono fatte anche ai religiosi operanti a Prossedi e avevano una durata di 25 anni, con possibilità di essere rinnovate.
L’epigrafe è storicamente importante e rappresenta un “unicum” nel territorio circostante e fa conoscere concretamente la realtà economica del paese in quegli anni. Da essa traspare la vivacità economica di Prossedi che disponeva, all’interno delle proprie mura, di tutto il necessario per la vita quotidiana.

PALAZZO BARONALE 

Il Palazzo Baronale di Prossedi sorge addossato alle mura del paese in posizione decentrata rispetto al primitivo nucleo urbano e domina un lato dell’attuale Piazza Umberto I.
L’attuale fabbricato risale probabilmente al XVI secolo, innalzato su uno più piccolo appartenuto ai Conti de Ceccano a partire dal XII secolo.
Nel XVIII secolo la famiglia Gabrielli conferì all’edifico dignità principesca secondo lo stile barocco in voga in quel tempo. I lavori iniziarono nel 1760 e l’architetto incaricato dal Principe Angelo Gabrielli fu il romano Costantino Fiaschetti.
Il complesso attuale presenta in tutte le sue parti perfetta simmetria rispetto al cortile centrale. L’impianto è rettangolare con quattro massicci torrioni angolari. Il tutto ripete la tipologia cinquecentesca del castello-fortezza nel quale il senso della fortificazione prevale su quello dell’abitazione.
Al palazzo si accede attraverso una elegante scalinata di 10 gradini, separata da Piazza Umberto I da un cancello in ferro battuto. Il Palazzo è alto più di 20 metri e sorge su tre piani.
Il portale di ingresso, in pietra levigata, è sormontato da tre scudi raffiguranti gli stemmi araldici dei proprietari del castello.
La visita al palazzo si limita al cortile interno attorno al quale si aprono alcune porte che immettono negli spazi di servizio. Entrando dal portone il visitatore è accolto da un fitto colonnato dal gusto settecentesco. Sul lato destro si apre una scala che comunica con i piani superiori: al secondo piano era la residenza signorile, al terzo piano un tempo abitava la servitù. Nei due piani sono sistemate circa 50 stanze tra piccole e medie.
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