Pisterzo

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Pisterzo

Pisterzo si trova su un colle dei Monti Ausoni alto 466 metri a dominio della Valle dell’Amaseno.
L’origine risale probabilmente, come gli altri centri della vallata, al IX secolo, quando durante il periodo dell’incastellamento le popolazioni fuggivano dalle vallate per rifugiarsi sulle più sicure alture.
Il nome risale molto probabilmente da “Prius Tertium”, ovvero primo di tre insediamenti costruiti per il controllo della valle, collegamento tra la zona costiera e l’entroterra.
Le prime citazioni storiche di Prius Tertium si hanno nel XIII secolo, quando apparteneva alla famiglia dei conti de Ceccano, tra le famiglie più potenti del Lazio medievale, che dominarono quasi tutti i castelli della valle. Prius Tertium compare per la prima volta nel 1125, devastato assieme ad altri feudi ceccanesi dalle truppe papali durante la guerra tra i ghibellini de Ceccano e il Papa Onorio II.
Il secolo successivo (1224) Pisterzo si trova nel testamento del conte Giovanni I de Ceccano e compare infeudato sempre a questa nobile famiglia fino all’inizio del 1400.
Dal 1425 il feudo di Pisterzo passa ad altre famiglie, tra cui i Conti, i Chigi e i Massimo. Nel 1761 quest’ultima famiglia lo vendette ai Gabrielli, ultima famiglia che tenne il feudo. Sotto questa famiglia Pisterzo fece parte del principato di Prossedi (assieme a Roccasecca dei Volsci), creato nel 1762 dal marchese Angelo Gabrielli dopo aver ottenuto la concessione di Papa Clemente XIII.
Alla fine dell’Ottocento Pisterzo diverrà dapprima frazione di Amaseno per poi essere assorbito da Prossedi, di cui ancora oggi è frazione. Dal 1934 è parte della provincia di Littoria (Latina).
Durante la seconda Guerra Mondiale il paese subì un bombardamento americano (1944) con numerose vittime civili.
Fino alla metà del Novecento il borgo contava più di 800 abitanti. La posizione collinare un po’ isolata (che anticamente era la forza del borgo, isolandolo da attacchi e guerre), in epoca moderna lo penalizzava pesantemente, innescando una massiccia emigrazione verso l’America ma anche verso Roma e Latina. Contribuirono all’esodo anche la mancanza di una strada e di acqua corrente: le opere di ammodernamento vennero realizzate solo nel dopoguerra, come la costruzione della strada di collegamento con la vallata (1954) e la realizzazione dell’acquedotto (1964)
Attualmente il borgo conta meno di 100 abitanti ma si ripopola durante l’estate, residenza turistica ricercata specialmente dagli abitanti della capitale e in occasione delle caratteristiche sagre che richiamano numerosi turisti.
Monumenti e chiese di Pisterzo
CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO:
Sorge sul punto più alto del borgo, nei pressi di una piccola terrazza panoramica e del Monumento ai Caduti.
La chiesa originaria venne costruita nel XVII secolo per volere di Camillo Massimo e venne restaurata nella prima metà del secolo successivo. Quest’antico edificio di culto andò completamente distrutto nel 1921 a causa di un terribile incendio e fu riedificata nel 1924.
La semplice facciata in pietra è tripartita con un protiro e un piccolo campanile sul lato destro. Gli interni della chiesa sono a tre navate con dodici colonne e tetto a capriata lignea.
PALAZZO GABRIELLI:
L’edificio ha origini medievali, forse era l’antico castello di Prius Tertium. Ha una forma squadrata, resa ancora più massiccia dai contrafforti laterali. La facciata è stata rimaneggiata nel corso del Settecento.
PALAZZO DEL CAPITANO:
Edificio di origine medievale che anticamente ospitava l’amministrazione, completamente restaurato.
MONUMENTI AI CADUTI:
Nei pressi della Chiesa di San Michele si trova il primo dei due Monumenti ai Caduti del piccolo borgo. Consiste in una stele di travertino con le lapidi che riportano i nomi dei cittadini che hanno combattuto la guerra, il tutto sormontato da una piccola aquila.
Il secondo monumento ai caduti, una lapide, si trova sulla facciata dell’antica Chiesa del Purgatorio (oggi usata come magazzino). Questa lapide fu fatta realizzare e collocare sulla facciata della chiesa dai reduci di Guerra.

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