Flora
Testi di Sara Carallo, Tesi di dottorato. La Valle dell’Amaseno. Tra memoria storica e processi di valorizzazione del patrimonio storico culturale
Il complesso mosaico delle fisionomie vegetali che prosperano nel territorio della Valle sono strettamente condizionate dal fattore climatico e da quello altitudinale.
Il territorio della Valle è, infatti, contraddistinto da una interessante eterogeneità ambientale, frutto dell’interazione tra diversi fattori che hanno contribuito, insieme all’azione antropica, a creare un mosaico di comunità vegetali dalla straordinaria ricchezza floristica.
La flora delle catene montuose che circondano la valle dell’Amaseno è caratterizzata da evidenti contraddizioni. La natura carsica del terreno, l’azione antropica di disboscamento, il pascolo eccessivo nonché la presenza di ricorrenti incendi estivi hanno contribuito a creare ampie zone desolate e pietrose, che si alternano a valichi aridi e privi di vegetazione e a vaste zone con importanti formazioni boschive.
I massicci calcarei che sovrastano la Valle, come testimoniato da numerosi documenti d’archivio, erano in passato interamente ricoperti da rigogliosa vegetazione e da immense foreste; oggi queste stesse aree risultano completamente prive di qualsiasi tipo di flora e manto erboso, lasciando emergere con prepotenza i bianchi calcari. In sostituzione dei boschi originari si incontrano spesso oliveti, castagneti, vigneti, frutteti o prati a sfalcio o cedui; tra le fessure e le cavità delle rocce calcaree trovano ospitalità grandi cespugli, aggrappati tenacemente alla roccia calcarea.
Di particolare interesse è l’euforbia arborescente (Euphorbia dendroides), una specie rupicola tipica del bacino del Mediterraneo, le cui foglie per una naturale forma di adattamento all’aridità estiva, dal verde brillante della stagione invernale diventano di colore rosso oro in estate.
Sui pendii più acclivi, costituiti da suoli poco profondi e dalla presenza di roccia affiorante, sono presenti ampie praterie aride, destinate al pascolo brado e caratterizzate da un tappeto erboso discontinuo e formato da piante di modesta taglia, particolarmente danneggiate dal morso degli animali. Nelle praterie aride della fascia collinare e dei versanti sudoccidentali s’incontrano numerose specie annuali costituite da pregevoli elementi mediterranei, tra cui trigonella (Trigonella foenum graecum) e trifoglio stellato (Trifolium stellatum).
Le zone ancora ricoperte da vegetazione, ubicate nel versante tirrenico, sono caratterizzate da formazioni di specie mediterranee e submediterranee, con diffusa presenza di tipici cespuglieti, costituiti da folti arbusti sempreverdi di alaterno (Rhamnus alaternus), lentisco (Pistacia lentiscus), mirto (Myrtus communis) e corbezzolo (Arbutus unedo). Non mancano specie di rosmarino, agave, fico d’india e, nei pressi di Fossanova, esemplari di quercia da sughero, che ben si adattano ai terreni composti da sabbia ferruginosa, posti in corrispondenza di dune relitte, le antiche dune litorali formatesi a seguito dell’avanzamento della linea di costa. Tra le comunità vegetali più varie e ricche di specie troviamo i boschi misti composti principalmente da querce, carpini e aceri, essenze arboree meno esigenti di altre e che si adattano facilmente a vivere in un ampio intervallo altitudinale.
La composizione dello strato arboreo della bassa Valle ricorda, infatti, quella delle foreste planiziali del Lazio, che prima delle bonifiche rappresentava un caratteristico paesaggio vegetale della fascia costiera interna. Sulle cime dei Lepini si distinguono faggi secolari e imponenti aceri.
Nelle aree di bassa collina, poco soleggiate e con un clima più fresco, trovano un ambiente ideale i castagneti grazie alla presenza di suoli vulcanici o carbonatici a reazione acida, cui si aggiunge un ideale clima temperato, caratterizzato da un abbondanti precipitazioni e un discreto tasso di umidità atmosferica. si estende, poi, un ricco sottobosco, costituito da ginepri, rovi, felci e dafne. Ai margini delle radure si trovano pruni, campi di ginestre, fitti biancospini, aceri campestri e sulle rocce calcaree non mancano boschi di leccio e l’erica arborea.
La presenza di immensi oliveti secolari, favoriti dai terreni calcarei e dal clima temperato, coltivati dalla tenacia dell’uomo con terrazzamenti a secco e gradinate costituite da piccoli ripiani orizzontali sostenuti da muretti localmente denominati “macère”, domina le catene dei monti Lepini e Ausoni, dando al paesaggio un aspetto geometrico e ordinato.
Sulla superficie più pianeggiante della Valle, costituita da suoli fertili e ricchi di acqua, si sviluppano comunità erbacee, dominate principalmente da graminacee foraggiere. In genere questi suoli sono utilizzati come prati recintati o sfalciati o come superfici destinate al pascolo durante tutto l’anno.
La fascia ripariale del medio corso dell’Amaseno è costituita invece da diverse specie di flora igrofila, costituita prevalentemente da specie di salici e ontano nero. Le zone a stretto contatto con il fiume presentano esemplari di menta acquatica, selcerella, giunchi e cannuccia palustre specie ideali per la nidificazione degli anatidi (tra cui la gallinella d’acqua, tuffetto e moretta) e degli ardeidi, una famiglia di uccelli della famiglia dei Pelecaniformes (tra cui spicca l’airone stellato). Nelle aree fortemente antropizzate sono diffuse piante di tifa, indicatore ambientale di rilevamento dell’inquinamento organico del suolo. Al contrario, il crescione è un ottimo rilevatore della buona qualità delle acque fluviali; esso è presente in particolare nell’alto corso del fiume nei tratti più selvaggi e meno influenzati dalle attività antropiche. Tra le specie igrofile arboree è possibile trovare diversi esemplari di pioppi in particolare in corrispondenza di risorgive e fontanili.
Credits: Foto di Cesare Galanti, Maria Vittoria De Marchis, Fabio Marzi e Sara Carallo
VUOI RESTARE AGGIORNATO SUI PROSSIMI EVENTI SUL CAMMINO DELLA REGINA CAMILLA?