Prossedi [Chiese]

Prossedi [Chiese]

CHIESA DI SAN NICOLA

Chiesa in stile romanico ubicata entro le mura castellane dell’antico borgo.
Costruita nel XIII secolo in prossimità della prima cinta muraria, presentava un orientamento opposto a quello attuale, come dimostrato dai due piccoli rosoni in tufo peperino presenti sulle pareti laterali (oggi chiusi).
I primi documenti che citano la Chiesa di San Nicola risalgono al 1328/1329, quando Prossedi era feudo della famiglia dei Conti De Ceccano.
Nel corso degli anni si arrivò a trascurarla così che nel 1846 il vescovo della diocesi di Frosinone, decise di emettere un decreto di chiusura al culto poiché essa, adibita ormai a stalla, rischiava di crollare.
Nel 1900 il vice parroco don Salvatore Baldassarra grazie alle risorse economiche del principe Placido Gabrielli e della popolazione riuscì ad avviare i lavori di restauro che interessarono prevalentemente la copertura e l’interno della chiesa.
La facciata s’impone all’osservatore per lo splendore e la mole del portale trecentesco in pietra calcarea, scolpito con molta cura.
La cimasa è adornata con motivi a fogliame; ancora a fogliame è decorata tutta la parte superiore del portale poggiante su capitelli compositi di forma gotico-cistercense, impostati su colonnine spezzate con rilievo sagomato al centro.
Lungo l’apertura a sesto acuto vi sono decorazioni floreali intervallate da tre figure antropomorfe: una donna ed un angelo in preghiera ed il committente dell’intera opera. Il portone d’ingresso è sormontato da un bassorilievo in legno policromo raffigurante S. Nicola in abiti vescovili.
Al di sopra del portale un pregevole rosone del XIV secolo ad archetti intrecciati con otto colonnine, molto simile per forma a quello della Chiesa di San Nicola in Ceccano.
L’interno della chiesa è ad aula unica di forma rettangolare. La zona presbiteriale è sopraelevata rispetto al piano della chiesa e per raggiungerla bisogna percorrere una scalinata delimitata da una balaustra in marmo, realizzata con colonnine tortili e lisce sormontate da capitello ionico. La copertura con travi e laterizi a vista, è sostenuta da arcate ogivali nella parte iniziale, mentre, nella zona absidale si trovano due campate costituite da volte a crociera.
A destra dell’altare vi è la tela di “Maria Santissima Avvocata Nostra”, meglio conosciuta come “Madonna di Vicovaro” venerata a Prossedi con particolare devozione: il 6 giugno 1864, l’immagine copia dell’originale esposta a Vicovaro (RM), davanti ad alcuni fanciulli che pregavano nella Chiesa mosse gli occhi. Si trattava di un evento miracoloso già avvenuto a Vicovaro. In data 31 Maggio 1964 Sua Santità Paolo VI concedeva la facoltà di poter incoronare con corona d’oro l’immagine di Maria SS. Avvocata Nostra venerata nella chiesa di San Nicola.

COLLEGIATA DI SANT’AGATA

Imponente chiesa in stile neoclassico che sorge all’interno del nucleo più antico dell’abitato e si affaccia su piazza XI febbraio, di fronte al castello.
Le prime notizie sulla chiesa risalgono al 1289 quando risulta essere beneficio del conte Giovanni De Ceccano.
Nel corso dei secoli è stata sottoposta a diversi restauri, l’ultimo dei quali avvenuto nel 2005. La costruzione della chiesa come la si vede oggi cominciò nel 1789 quando l’antico edificio sacro in cattive condizioni minacciava di crollare. Il primitivo progetto di restauro venne realizzato dall’architetto Francesco Rust e prevedeva ampi rifacimenti e ricostruzioni, sproporzionati economicamente rispetto all’esiguità dei fondi messi a disposizione (malgrado vi contribuissero la comunità di Prossedi, il Principe e diverse confraternite). I lavori vennero così abbandonati per circa 25 anni finché la chiesa venne successivamente realizzata sulla base di un nuovo e più economico progetto proposto dall’architetto Ignazio Ambrosetti di Anagni.
La facciata principale che dà sulla piazza è costituita da una massa muraria elementare imponente, dove si aprono una finestra semicircolare ed un grande portale. I grandi volumi della chiesa collegiale sovrastano le piccole case medievali del borgo che la circondano.
La pianta è a croce greca con absidi e cappelle negli angoli della croce e ripete nello schema a pianta centrale le esperienze rinascimentali e barocche. La sacrestia è un organismo a pianta centrale costituito da una croce greca con un ambiente circolare coperto a cupola ed un altare dove una lapide ricorda il passaggio di Papa Leone XIII.
L’interno della chiesa è coperto con una cupola all’incrocio dei bracci della croce con volte a botte. Lateralmente, sopra la cornice si aprono tre grosse finestre semicircolari e nella zona dell’abside una finestra circolare.

SANTA MARIA EXTRA MOENIA (STRAMMETTA)

La chiesa di Santa Maria extra moenia si trova sul lato sinistro della strada che da Latina conduce a Prossedi a poche decine di metri dall’antico nucleo abitato.
L’edificio sacro ha una pianta rettangolare e termina con un’abside semicircolare dov’è ubicata la sagrestia. La facciata è a capanna semplice con un portale architravato sormontato da un archivolto aggettante e un piccolo oculus.
All’interno dell’archivolto è raffigurata la Madonna con il Bambino realizzata tra il 1902 e il 1905 dal noto mosaicista Adolfo De Carolis su disegno del pittore Napoleone Parisani, componente di spicco tra gli artisti del gruppo conosciuto con il nome “I XXV della Campagna Romana”.
L’interno della chiesa è costituito da un’unica navata con copertura a capriate semplici decorate con motivi geometrici. Le pareti sono interamente dipinte e suddivise in ampi pannelli rettangolari realizzati al di sopra di una fascia di colore marrone che riproduce l’effetto del legno di castagno venato e decorati con elementi geometrici movimentati da scodelle maiolicate, pentacoli, foglie di edera, croci templari e rose dei venti: chiari riferimenti al simbolismo massonico.
Al centro della parete frontale si trova l’altare marmoreo, arricchito da raffinate decorazioni musive. Sopra l’altare era posto un trittico ligneo realizzato dal Parisani, ora conservato nel castello, raffigurante la Madonna con il Bambino con ai lati Sant’Agostino e San Placido. Ai lati dell’altare due mensole in pietra calcarea sorreggono le statue in gesso dei santi Antonio e Giuseppe.
Le pitture e l’intero arredo sono opera di Napoleone Parisani. Al centro della parete sinistra è posta una targa marmorea epigrafica all’interno di un piccolo sacello mentre sulla parete sinistra sono poste due lapidi commemorative in bronzo e marmo nero. Da una porta posta sul lato destro della parete centrale si accede alla sagrestia, rialzata rispetto al piano della chiesa. Essa termina con una parete semicircolare ed è illuminata da due aperture rettangolari mentre una terza è solo dipinta. Le decorazioni parietali riprendono i temi, seppur semplificati, della chiesa.
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