I rilievi che prospettano la Valle di Amaseno sono costituiti in larga prevalenza da calcarei cretacei chiari, che si rivelano ovunque nel paesaggio, sotto forma di blocchi affioranti dal terreno o nelle costruzioni tipiche rurali che utilizzano la pietra locale, lavorata e posta a secco, a formare muri, terrazzamenti, casali e ricoveri.
L’intero territorio è caratterizzato da una suggestiva successione di terrazzamenti: un’opera ciclopica e antichissima, costruita interamente dall’uomo durante i secoli al fine di rendere fertile e stabile il suolo e che ha la sua massima espressione nell’antica Valis Cursae, attuale Vallecorsa, dove i muri in pietra a secco scolpiscono un paesaggio culturale tra i più rilevanti della Regione Lazio.
Qui i terrazzamenti occupano una fascia altimetrica che va dai 300 sino agli 800 metri sul livello del mare e prendono il particolare nome di macére. Questo fitto sistema di terrazze ospita colture arboree pure di olivo, sostenute e alimentate sfidando il carsismo e la gravità.
Gli uliveti, infatti, sopravvivono sui pendii scoscesi senza sistemi di irrigazione artificiale, grazie ad un complesso sistema di raccolta delle acque celato tra le pietre dei muri a secco. La raccolta delle olive avviene ancora oggi manualmente e l’olio che ne deriva è un raro e prezioso liquido dorato con un’ottima qualità organolettica e un profilo sensoriale caratterizzato da sentori intensi ed equilibrati di note verdi, quali rucola, cardo, pomodoro.
Grazie all’integrità dei terrazzamenti e alla persistenza della olivicoltura tradizionale, nel febbraio 2017 gli Uliveti terrazzati di Vallecorsa sono entrati a far parte del Registro Nazionale dei Paesaggi rurali Storici, primo caso nel Lazio a ottenere questo importante riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
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