CHIESA DI SAN MARTINO
Si trova nella parte alta del paese ed ha origine medievale; probabilmente risale al XI secolo.
Nel corso del XIX secolo l’edificio ha subito alcune modifiche. Nel 1804 venne realizzato il campanile e verso la metà dell’Ottocento ci fu un restauro generale dell’edificio sacro, nel quale vennero realizzate pregiate decorazioni negli altari laterali.
L’austera facciata in pietra è in stile romanico e sulla porta principale reca la scritta “ecclesia matrix”. L’interno della chiesa è a tre navate con cappelle asimmetriche (due a sinistra e tre a destra) e ricco di marmi pregiati come il marmo africano delle colonne poste all’ingresso e quelli persiani dell’altare maggiore.
Nella chiesa è conservata l’effigie della Madonna della Sanità, un pregevole affresco che raffigura la Vergine che con una mano stringe al petto Gesù e con l’altra tiene un mazzetto di rose.
Sull’origine dell’affresco ci sono varie ipotesi, tra cui quella che lo vuole realizzato da un monaco benedettino. L’affresco è stato ricoperto per molto tempo dall’intonaco e venne alla luce solo all’inizio del XV secolo. L’improvvisa comparsa della Madonna della Sanità ci fu il 18 aprile 1412, quando a seguito di una forte detonazione in chiesa, i fedeli accorsi si resero conto dell’apparizione dell’effigie su una parete.
L’avvenimento venne ufficialmente riconosciuto, tanto che nel novembre del 1412 il Vescovo di Fondi concesse la bolla per indulgenza plenaria ai fedeli che si fossero recati a visitare l’immagine della Madonna.
Anticamente l’immagine si trovava in un altare lungo la navata sinistra, realizzato nella prima metà del XVII secolo. Nel 1922 l’effigie venne incoronata per Decreto del Capitolo Vaticano.
Durante i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale la chiesa venne parzialmente danneggiata ma fortunatamente la parete dove si trova l’affresco non fu toccata. L’immagine venne quindi rimossa e posta in salvo fino a che nel dopoguerra fu sistemata nell’altare del SS.mo Sacramento.
L’attuale sistemazione dell’effigie, al di sopra dell’altare maggiore, si ha a partire dal 1962.
La prima cappella a destra è dedicata a Santa Maria de Matthias con le reliquie della Santa ed un’antica vasca battesimale. A seguire la cappella dedicata a Santa Lucia con la statua della Santa e quelle di San Pio e San Gaspare. La terza cappella di destra è dedicata invece all’Addolorata con la statua della Vergine e quella di San Rocco.
Nella navata di fronte, le cappelle dedicate al SS.mo Sacramento, con un pregevole Crocifisso proveniente dalla Chiesa della Madonna delle Grazie e la cappella di San Martino con un altare settecentesco in marmi policromi.
CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO
E’ situata nella parte bassa del paese. Non si conoscono notizie certe sulla sua costruzione che potrebbe risalire forse al periodo della presenza longobarda in zona. La chiesa originaria è stata rimaneggiata nel corso dei secoli.
A partire dalla fine del Settecento San Michele Arcangelo è stato dichiarato Protettore principale.
La facciata è abbellita da intonaci e presenta quattro pilastri con capitelli dorici che sorreggono un grande cornicione. Al centro, sotto a un ampio finestrone si trova una nicchia con la statua novecentesca del Santo che stende la sua mano protettrice sulla città che si trova sul luogo di un dipinto. Sul portale è riportata la data 1624 in numeri romani, data da attribuire non alla costruzione della chiesa ma a una probabile ricostruzione dell’intero complesso avvenuta durante gli anni del dominio dei Colonna.
All’interno la chiesa si presenta ad unica navata con pilastri e capitelli in stile dorico che sorreggono un grande cornicione.
Dietro l’altare Maggiore si trova la nicchia con l’imponente statua lignea di San Michele Arcangelo, esposta in chiesa fin dal 1709; degna di nota la massiccia spada d’oro, donata nel 1959 dagli abitanti di Vallecorsa che portavano il nome del Santo Patrono.
Tra le opere d’arte custodite ci sono magnifici quadri ad olio donati del Cardinale Colonna nonché un pregevole polittico di Jacopo Zucchi risalente al 1572, probabile committenza dell’ambasciatore spagnolo Juan de Zúñiga. Nelle tele sono raffigurati al centro San Michele Arcangelo vittorioso sul demonio con a sinistra San Sebastiano e l’Angelo annunciante e a destra Santa Caterina d’Alessandria e l’Annunziata. Anticamente l’opera era situata sopra l’altare maggiore ma venne poi ritagliato per adornare un organo della ditta Catarinozzi (purtroppo andato distrutto).
CHIESA DI SANTA MARIA
Chiesa moderna, ricostruita sulle rovine dell’antica chiesa di origine medievale andata distrutta nei bombardamenti del 1944.
CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE
Antico edificio religioso con origini medievali, oggi sede della Biblioteca Comunale.
La chiesa venne citata per la prima volta in occasione di una visita pastorale alla fine del ‘500.
Altre notizie si hanno fino all’Ottocento, quando nella prima parte del secolo venne parzialmente demolita e ricostruita ed in seguito affidata ai missionari di San Gaspare del Bufalo.
Durante la Guerra la chiesa venne quasi totalmente distrutta dai bombardamenti. Fu tenuta dai Missionari del Preziosissimo Sangue di Cristo fino al 1965 ed in seguito affidata alle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue.
All’interno della chiesa anticamente era custodito un pregevole Crocifisso (forse del XV secolo) proveniente dalla Chiesa di Santa Maria in Acquaviva, molto simile nelle fattezze al Cristo Deposto di Amaseno. Oggi il Cristo è conservato in una sala del Municipio.
CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
Chiesa di probabile origine medievale che era anticamente annessa ad un convento, abbandonato nel 1652.
Nel 1703 con l’arrivo dei Passionisti, il complesso venne restaurato ed ingrandito. Tra i personaggi illustri che vi vennero ospitati ci fu anche San Leonardo da Porto Maurizio durante un suo breve periodo di convalescenza.
La struttura in seguito passò ai Frati Minori ed infine ai Francescani che lo tennero fino ai primi anni del Novecento.
All’interno della chiesa è stata girata la toccante scena dello stupro di Cesira e Rosetta, personaggi principali del film “La Ciociara” di Vittorio De Sica, ispirato al celebre romanzo omonimo di Alberto Moravia.